giovedì 1 giugno 2017

Recensione Rinascita

Titolo: Rinascita
Autore: Sophie Jomain
Genere: Fantasy
Casa editrice: LainYa
Prezzo: €15.00 (copertina flessibile)
Pagine: 475






Trama
A St.Andrews, città universitaria sulla costa scozzese, la vita di Hannah non è più la stessa. Per cominciare, non è più un essere umano. Dopo essere stata morsa a tradimento da un angelo nero, il suo corpo ha abbandonato la natura mortale per assumere le sembianze di una creatura magnifica discendente dalle leggende più arcane: un vampiro incantevole dotato di ali imponenti, forza straordinaria e vita eterna, nemico giurato dei lupi mannari, fra cui l'anima gemella di Hannah, Leith.
Divisi, ora più che mai, da leggi antiche che gli impediscono di stare insieme, i due innamorati dovranno combattere prima di tutto contro il loro stesso istinto che li vorrebbe avversari. Ma forse, con l'aiuto dell'angelo nero Darius, trovare un modo per permettere ad Hannah di tornare umana e di riunirsi al suo amore proibito è possibile, anche se tremendamente pericoloso. Con "Rinascita", terzo capitolo della saga "Le stelle di Noss Head", Sophie Jomain pone i suoi personaggi davanti a una serie di scelte difficili: i protagonisti verranno trascinati in un'avventura ricca di suspense e combattimenti mozzafiato.
Recensione
Buongiorno! Qui è la vostra Katy che vi parla e anche oggi la qui presente ha capito che si dorme domani... vi assicuro che ho un sonno pazzesco, ma un sonno che non potete immaginare! Ogni giorno mi riprometto di andare a dormire presto, massimo massimo alle 22.30, e poi finisce che per una cosa o per l'altra faccio le 23 e mi sveglio stanchissima... ah, tanto gentile e tanto onesta pare la vita dello studente, neh?
A parte questo, procediamo con la recensione.
*allerta spoiler: se non avete ancora letto questo libro, fatte attenzione*

Hannah è ormai trasformata in uno splendido angelo nero con ali, canini, bellezza smisurata, ma c'è qualcosa che le impedisce di essere serena nella sua nuova condizione: Leith l'ha abbandonata, prima le aveva promesso che sarebbero stati sempre insieme e poi, quando ha assunto le sembianze dei nemici ancestrali dei licantropi, se n'è andato, non riuscendo a rimanere accanto al mostro che è diventata. Nonostante tutto, però, non è sola, Darius la sta aiutando a comprendere meglio il suo corpo, a scoprire le sue nuove funzionalità e capire come farlo funzionare.
Dopo aver passato l'estate alla scoperta della nuova sé, Hannah deve però affrontare l'università. ma soprattutto dovrà capire come reagire alla presenza del suo ex ragazzo: per entrambi non sarà facile vivere con il rimpianto di ciò che avrebbe potuto e dovuto essere e abituarsi a nuove condizioni, ma forse l'abitudine potrebbe tornare a essere una nuova possibilità, bisogna solo capire come fare.

Dunque, come suggerisce il titolo, questo terzo volume della saga è incentrato sulla nuova nascita di Hannah come angolo nero: ecco, cambiare il proprio corpo non è per niente facile, lei si ritrova alle prese con un contesto del tutto nuovo e non esattamente piacevole, specie se si considera il fatto che la sua nuova condizione ha aperto un divario apparentemente insormontabile fra lei stessa e il bel tenebroso Derek... ehm, volevo dire Leith.
Sin dall'inizio notiamo i disagi presenti nella sua nuova vita che la fanno sentire non molto comoda nei suoi nuovi panni: il fatto di non riuscire a comandare il suo corpo quando ne ha necessità, ma di compiere azioni solo grazie ai suoi sentimenti, non l'aiuta, anzi la butta nello sconforto perché tutti gli altri angeli neri, alla loro "nascita", erano in grado di far uscire i canini e le ali senza sforzi. Quindi, il suo sarà un lavoro molto più duro, dovrà imparare a combattere e ad acuire i suoi nuovi sensi, ma anche a trattenersi in presenza di umani, poiché deve essere in grado di mostrarsi sempre la stessa agli occhi dei suoi genitori, all'oscuro di tutto.
Insomma, abbiamo capito che non sarà per nulla facile.

Figura fondamentale è, certamente, Darius, il capo del consiglio degli angeli neri che abbiamo iniziato a conoscere in "Rivalità" (*piange al ricordo*): qui lo vedremo in un ruolo diverso, quello di educatore di un, cosiddetto, neonato come la protagonista, che deve occuparsi di temprare il suo animo e insegnarle i trucchetti che può sfruttare grazie alla sua nuova condizione.
Ci risulta subito un uomo molto saggio, a tratti severo, ma capace anche di ammorbidirsi, e un uomo che ci tiene a far sì che tutti siano al sicuro, soprattutto coloro a cui vuole bene; talvolta, mostra una certa fragilità che non sembrerebbe appartenergli, ecco, ma ciò deriva da una sua "decisione" sbagliata, o meglio, da qualcosa che non avrebbe dovuto accadere e che gli ha portato una grande sofferenza.
Quest'ultima sua caratteristica avrà un certo peso all'interno della storia per Hannah poiché per questo motivo egli prenderà una determinata posizione su un argomento importante, che sarà poi oggetto del resto dell'azione.

Come non citare, poi, Leith? Nella parte iniziale, la sua presenza è più ridotta sulla scena, rispetto al solito, però è comunque significativa perché ci permette di comprendere il suo stato d'animo durante e dopo la trasformazione: il suo amore per lei non è da mettere in dubbio, ci sarà sempre e comunque, ma il suo allontanamento è dovuta a un elemento ancestrale, all'inimicizia fra le due specie e il disprezzo degli uni verso gli altri; il fatto poi che compia una determinata azione, ci fa capire come il suo affetto per lei non sia diminuito, ma sia aumentata la sua rabbia per quello che è successo, rabbia e impotenza per non aver potuto fare nulla per impedire l'accaduto e per non saper esattamente cosa può fare ora che le cose sono cambiate.
Ma la vita deve andare avanti e il suo branco ha bisogno di lui, quindi deve tornare ad occuparsi delle varie faccende. Come se non bastasse, però, se la ritrova davanti, all'università, e non è che abbia esattamente la possibilità di evitarla e dimenticarla... ecco, diciamo che sarebbe più facile e veloce studiare 200 pagine di approfondimento su qualsiasi argomento! Però, la speranza è sempre l'ultima a morire, vero Leith? Eh sì, lui lo sa bene e combattere in questo contesto è veramente importante per conseguire il proprio obiettivo.

Come già anticipato, e come avrete potuto capire, la figura centrale non è più quella del licantropo che abbiamo conosciuto in parte nei due volumi precedenti, ma quella dell'angelo nero (non chiamateli vampiri, che quelli non hanno le ali), una figura estremamente interessante che io non avevo mai incontrato: dal punto di vista fisico assomigliano a vampiri in tutto e per tutto, hanno canini, si nutrono di sangue animale (alcuni umani), non utilizzano i polmoni, respirano per abitudine anche se sono in grado di non farlo, possono correre e spostarsi in generale molto velocemente, sono in grado di manipolare con l'utilizzo delle loro capacità mentali, ma la grande differenza è costituita dalle loro ali nere, quelle che generalmente si ritrovano nei demoni, i "fratelli" cattivi degli angeli.
E tutto questo è molto interessante, soprattutto per il fatto che abbiamo in quadro completo, vediamo un "neonato", un po' diverso dal solito, e un vecchietto (circa 700 anni!) alle prese con un ruolo difficile ma capace di cogliere anche una leggerezza ogni tanto.

Dunque, è vero che questa volta non c'è moltissima azione, ma la parte di preparazione e consapevolezza di sé è fondamentale per fare qualsiasi cosa: non si può decidere di agire quando non si è pronti, ma bisogna avere tutti i tasselli necessari e sottoporsi anche a un allenamento mirato ad acuire le proprie capacità; però l'azione che c'è, pur non essendo una vera e propria battaglia di quelle imponenti, e ha anche un certo impatto: leggendo quelle parti, il mio cuore iniziava a battere più velocemente per la preoccupazione che potesse accadere qualcosa di brutto (che non si sa mai), ma per fortuna la Jomain, almeno per il momento, si è rivelata un'autrice da pochi mainagioia, anche se quei pochi sono belli potenti...

Concludendo, mi è piaciuto molto "Rivalità", vedere il cambiamento di Hannah e come questo abbia avuto ripercussioni su tutti coloro che le stanno vicino; ora bisognerà solo capire quali sofferenze ci aspetteranno nel prossimo volume dopo questo finale alla "Ommioddio, non dirmi che...? Fiuuu, che paura", che è stato troppo tranquillo...
Comunque, molto bello, ho sclerato molto e in alcune parti mi sono sciolta, insomma, mi è piaciuto veramente tanto.
Voto:


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