martedì 20 settembre 2016

Recensione La Corona di Mezzanotte

Titolo: La Corona di Mezzanotte
Autore: Sarah J. Maas
Genere: Fantasy
Casa editrice: Mondadori
Prezzo: 17.00 (copertina rigida)
Pagine: 400






Trama
Celaena è sopravvissuta ai lavori forzati nelle tremende miniere di Endovier e ha vinto la gara all'ultimo sangue per diventare la paladina del re. Da mesi il suo compito è uccidere per conto del sovrano, ma lei non ha mai rispettato il giuramento di fedeltà al trono: ha concesso alle vittime la possibilità di fuggire e ne ha inscenato la morte. Nessuno conosce il suo segreto, né il valoroso Chaol, l'amico e il confidente di sempre, né il principe Dorian, ancora innamorato di lei. Ma quando una notte, in un corridoio buio, Celaena scorge una figura avvolta in un mantello nero, un altro segreto irrompe nella sua vita: nei sotterranei della fortezza cova una minacci oscura e devastane, forse legata agli antichi riti magici banditi dal regno... E' il momento delle scelte: contrastare questa magia ancestrale o andarsene? Abbandonarsi a un nuovo amore o rinunciare?
Recensione
Buongiorno! Ah, quanto mi manca l'estate... i libri letti in un solo giorno... il mainagioia, invece, non mi mancava per niente e adesso è tornato ancora più in carica di prima... che bello!
Comunque, oggi sono tornata per parlarvi del secondo libro di questa bellissima saga della cara zia Sarah, un libro in cui l'azione è per certi versi un po' meno del precedente, ma che è ugualmente avvincente perché ci sono molte scoperte, alcune veramente sensazionali, anche se un paio le avevo già capite.
Dunque, Celaena ha vinto il torneo ed è diventata la paladina del re, solo che al posto di uccidere i suoi obiettivi li lascia fuggire e ne inscena la loro morte: non può dirlo a nessuno, tanto meno a Dorian e Chaol, però le cose si complicano quando il suo prossimo obiettivo è Archer Flinn, una sua vecchia conoscenza che sembrerebbe essere invischiato in una ribellione che il re vuole stroncare prima di qualsiasi ipotetica azione. Mentre è impegnata a recuperare informazioni sui ribelli, una notte la nostra Assassina scopre una figura incappucciata vicino alla biblioteca e non riesce a smettere di pensare che abbia un collegamento con quello che è successo con Caino e il ridderak, con i segni di Wyrd. Per poter capire cosa sta succedendo ha bisogno di studiare tutti quei simboli e si farà aiutare da Nehemia, la principessa di Eyllwe che sembra sapere più di quanto voglia far intendere. Ma ancora una volta, non tutto è oro quel che luccica e la verità è ben nascosta.
Allora, non so se ho già detto che la Maas è un genio, ma, nel caso l'avessi già fatto, lo ripeto: è un genio. Ancora non mi capacito di quello che ha fatto venire fuori da questo libro, dalla maturità in cui ha condotto i suoi personaggi che iniziano ad avere un sentore di quello che potrebbe essere il loro ruolo, con la protagonista e il compito affidatole da Elena, con Dorian e quello che si scopre su di lui e con Chaol che alla fine compirà un gesto molto nobile con cui dovrà poi fare i conti nel momento in cui dovrà agire. E' vero che un paio di quei colpi di scena che avrebbero dovuto essere clamorosi li avevo già capiti da sola, però, nonostante avessi già capito dove sarebbe andata a parare, non sono rimasta infastidita da questo fatto, anzi di solito in questi casi mi verrebbe voglia di mettere giù il libro o Ipad che sia e correre per la casa gridando: "Sìììììì, ci avevo azzeccato!!!" e fare balletti che farebbero mettere in dubbio i miei dodici anni di danza classica.
Diamo uno sguardo ai personaggi.
Celaena è riuscita nel suo intento di diventare la paladina del re per poi ottenere la sua agognata libertà, che non ha mai avuto dal momento in cui ha assistito alla morte dei suoi genitori a otto anni perché subito dopo è stata presa da Arobynn come sua protetta, poi è finita come schiava a Endovier e infine a lavorare per il re. Ora, però ha anche parecchie responsabilità, soprattutto dopo la minaccia del re di fare del male a chi vuole bene nel caso in cui non rispetti il giuramento e visto e considerato il fatto che ha risparmiato tutti i suoi obiettivi. Inoltre, la Regina Elena, l'ultima regina mezza Fae che l'ha "contattata" durante il torneo per avvertirla del fatto che nel palazzo si aggirava qualcosa di oscuro, vuole che lei scopra il segreto del sovrano e che fermi quello che vuole fare.
La vediamo, dunque, cambiata: è sempre arrogante, ma è diventata ancora più determinata a non seguire le regole del suo nuovo padrone e a non fargli accorgere del suo mancato adempimento al giuramento; è diventata anche un po' più gioviale, se mi permettete di dirlo, perché si concede comunque di avere per amica Nehemia, la principessa di Eyllwe che si trova a corte per capire le intenzioni del sovrano e per proteggere la sua gente, a partire dai ribelli.
Abbiamo poi Dorian, il principe ereditario che è ancora innamorato di Celaena, ma che sa bene che lei non lo sceglierà per via di chi è e del fatto che ha visto come guarda il Capitano della Guardia; nonostante le pene d'amore siano molto forti e la gelosia faccia capolino fra le sue emozioni molte volte, presto arrivano anche i pensieri a distogliere i suoi pensieri dall'Assassina di Adarlan, a partire dall'arrivo del cugino, dal fatto che suo padre vuole creare un nuovo campo per i ribelli per schiavizzarli e mettere paura ai suoi nemici e dal fatto che nella sua vita si nasconde qualcosa di incredibile, ma pericoloso, qualcosa che dovrà gestire per non rischiare la pelle.
Infine, abbiamo Chaol, il Capitano della Guardia Reale che si sta innamorando della protagonista, si preoccupa per lei quando va in missione ed è geloso degli individui di sesso maschile che le girano intorno: rimane sempre l'individuo leale che abbiamo conosciuto nel precedente volume, uno che fa bene il suo lavoro e che vuole farlo come si deve, anche per non inimicarsi il re in persona, però, a mio parere, in questo secondo volume fa delle scelte un po' sbagliate, per cui gli avrei dato qualche scappellotto, che avranno ripercussioni sulla vicenda e sulla sua stessa vita e, a causa di questo, allontanerà alcune persone (soprattutto per il fatto che non parla, le tiene segrete, ma, al contrario della protagonista che non proferisce parola su alcune questioni e riesce comunque a mantenere intatta la situazione, lui non riesce a tenere le redini).
In questo libro, la magia ha un più ampio spazio rispetto a "Il Trono di Ghiaccio", dove era accennata, perché inizia a diventare un elemento più centrale, visto e considerato il fatto che alcune cose oscure che accadono a palazzo possono essere collegate proprio a questa pratica bandita dal regno e scomparsa dieci anni prima, quando l'attuale re ha imposto il suo potere e bandito qualsiasi cosa potesse ricollegarsi agli antichi Fae, le fate che un tempo popolavano questo mondo, distruggendo anche i libri in cui si parlava di magia. Ora, però, sembra sia tornata e Celaena deve cercare di capire chi l'ha fatta tornare e per quali loschi piani, ma sarà un'impresa difficile, fatta di lezioni e studi dei segni di Wyrd, segni di un'antica scrittura magica che sono stati usati già da Caino per acquisire sempre più potere e per vincere il torneo, che conosce Nehemia e che sono comparsi sulla fronte della nostra Assassina durante il torneo.
Insomma, dopo aver letto questo libro direi che il seguito sarà ancora più avvincente perché ora la magia è stata presentata e sarà al centro di tutto (o quasi) quello che succederà nel seguito "Heir of Fire" perché ormai sta diventando quasi un vero e proprio personaggio, qualcosa di dimenticato che sta ritornando da un passato molto recente e che viene usato con intenzioni poco nobili, per avere più potere o comunque qualcosa che riesce a corrompere le persone che vogliono sentirsi superiori (perché è così che succede sempre, c'è sempre qualcosa che potrebbe essere potenzialmente buona ma che viene trasformato per scopi malvagi).
Ultima considerazione: il lato romantico della storia. Premettendo che a me sta più simpatico Dorian che Chaol e che sotto sotto spero che magari, forse (cosa impossibile, ma va beh), la protagonista scelga prima o poi il principe, non mi è andata giù una cosina: intanto, il fatto che sia lei che il capitano vogliano tenere fuori dai problemi il principe ereditario, proprio per via del suo titolo, non mi piace perché anche lui ha diritto a sapere certe cose, specie se poi lo riguardano anche, ma questo è un'altro discorso; io non riesco a capire cosa ci sia di romantico fra Celaena e Chaol, insomma, sì, a parte il loro primo appuntamento che teoricamente non era un appuntamento, ma che sotto sotto lo era, la loro storia non è che abbia chissà quale romanticismo, più che altro, da come vengono presentate le cose, approfittano di ogni momento libero per passarlo a fare certe cose e questo non mi piace perché, va bene che lei pensi che con Sam ha aspettato e che adesso non lo vuole più fare perché ha capito che la felicità può svanire in un momento, però no... la felicità non è soddisfare i propri bisogni più primitivi in ogni momento libero... boh, ammetto che la loro coppia non mi entusiasma più di tanto, ce li vedo molto più come migliori amici, di quelli che si proteggono a vicenda perché ci tengono l'uno all'altra e che fanno le cose insieme divertendosi, mentre invece ci vedrei meglio Celaena con Dorian anche se alla fine lo tratta un po' male facendo un'azione poco carina.
Concludendo, perché ho parlato davvero tanto e perché non è il caso che continui a rimarcare il fatto che il principe è trattato un po' male sia dal suo amico che dalla protagonista per via del suo titolo e del fatto che non si può dire che sia propriamente un guerriero come loro due, questo libro mi è piaciuto veramente tanto, la zia Sarah mi ha fatto rimanere di nuovo con il fiato sospeso durante il finale e mi ha fatto tenere incollata alle pagine fin proprio alla fine, senza praticamente altre pause all'infuori del pranzo (avrò pur dovuto nutrirmi, no?), e mi ha fatto innamorare ancora di più della storia e dei suoi personaggi, quali Celaena, Dorian, Nehemia e Chaol.
Ora non mi resta che leggere il terzo volume, nel quale ho la sensazione che potrei soffrire (ti prego, tu che sei Lassù, fa sì che il mio povero cuoricino non debba soffrire come ha sofferto in questo secondo libro della saga) e che potrebbe ricomparire il mainagioia, che non si sconfigge mai nella vita perché, evidentemente, non ce n'è mai abbastanza e gli stessi autori contribuiscono ad alimentarlo, a sfamarlo, riducendo i nostri poveri feels in frammenti che volta per volta diventano sempre più piccoli, visto che i loro libri sono fatti per il 90% da esso e per il 10% da una gioia che, generalmente, sta nel finale (poi ci sono quei casi in cui il finale è talmente brutto che anche le gioie che si sono ritrovate durante la lettura scompaiono a confronto).
Insomma, se non l'avete ancora fatto, leggete questa saga perché merita davvero tanto, i personaggi principali si faranno amare, anche se talvolta potreste avere voglia di dirgliene quattro, e la vicenda vi catturerà e vi coinvolgerà dall'inizio alla fine (o almeno, spero lo faccia).
Alla prossima!
Voto:

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