martedì 27 settembre 2016

Recensione Half Bad

Titolo: Half Bad
Autore: Sally Green
Genere: Fantasy
Casa editrice: Rizzoli
Prezzo: 15.00 (copertina flessibile)
Pagine: 400






Trama
La Magia esiste, ed è spaccata da una guerra millenaria. Appartenere a un fronte definisce il ruolo di ciascuno nel mondo, garantisce compagni e alleanze; ma soprattutto decide chi sono i nemici, che vanno giustiziati senza rimorso. Nathan vive in una zona grigia: figlio di una maga Bianca e dell'Oscuro più terribile mai esistito, cresce nella famiglia materna, evitato da tutti, vessato dalla sorellastra, perseguitato dal Concilio che non si fida di lui e anno dopo anno ne limita la libertà, fino a rinchiuderlo in una gabbia. La stessa guerra che divide il mondo della Magia si combatte nel cuore di Nathan, in perenne bilico tra le due facce della sua anima, che davanti alla dolcezza di Annalise vorrebbe essere tutta Bianca, e invece per reagire alle angherie si fa pericolosamente Nera. Ma è difficile restare aggrappato alla tua metà Bianca quando non ti puoi fidare della tua famiglia, della ragazza di cui ti sei innamorato, e forse nemmeno di te stesso.
Recensione
Buongiorno, qui è la vostra Katy che vi parla e anche oggi sarebbe stato bello trovarsi un Daemon Black come vicino di casa! Ma a parte lo sconforto del mainagioia che è sempre qui accanto a me (cara classe, non potresti diventare un po' più grande per ospitare un banco in più esattamente dietro al mio, dove ci si siederebbe un ragazzo bellissimo, meglio se con gli occhi verde smeraldo?), oggi sono qui per parlarvi di un libro che si è rivelato molto diverso da come me lo sarei aspettato e a cui non so che voto dare alla fine perché la storia è molto avvincente, mi ha tenuta incollata alle pagine, però non mi ha fatto rimanere con il fiato sospeso o comunque non mi ha fatto avere le reazioni che mi fanno capire di avere tra le mani un libro che potrebbe diventare, potenzialmente, uno dei miei preferiti.

Inizialmente, ci ritroviamo in un luogo che non conosciamo e incontriamo il protagonista della storia, Nathan, che viene tirato fuori da una gabbia e che viene costretto a correre da un donnone, ma che tenta poi di fuggire invano; la scena si sposta qualche anno prima: da sempre viene guardato male dalla gente e anche dalla sua sorellastra perché lui è nato dall'unione di sua madre, Incanto Bianco, e di suo padre, un Incanto Nero molto temuto poiché famoso per assassini vari, e perché sembra aver preso dal padre; con il passare degli anni, il Consiglio inizia a emanare dei decreti che riducono sempre di più la sua libertà proprio per il fatto che è il figlio di Marcus e questo comporterà dei Cacciatori che lo sorveglieranno sempre, finché questi non lo prenderanno e decideranno che sua nonna, la sua tutrice, non è più in grado di educarlo e che la sua custodia deve passare nelle mano di una donna che lo deve addestrare con uno scopo ben preciso.
Se, inizialmente, c'era la speranza che potesse rivelarsi un Bianco, ormai Nathan ha capito che non lo è, ma ora il suo più grande desiderio, oltre a quello di incontrare il padre, è ricevere i tre doni per diventare un Incanto nel momento in cui compirà diciassette anni (come succede sempre per i diciassettenni) e scoprire il suo Dono, perché altrimenti potrebbe morire.

Dunque, la prima volta che ne avevo sentito parlare avevo pensato che fosse un po' come "Harry Potter" perché l'avevo sentito dire, quindi avevo un po' l'idea che si sarebbe presentata una storia completamente incentrata sulla ricerca dei propri poteri e sull'apprendimento di incantesimi vari o cose simili (anche perché non avevo letto la trama, non volendo spoilerarmi nulla o fare congetture leggendola); quando poi l'ho effettivamente letto questa storia sono rimasta un po' stranita perché la magia non si vede moltissimo, o almeno non come sono abituata io in base ad altri libri che la trattano, e la storia ha preso una piega inaspettata da quello che avevo pensato.

Nathan è un ragazzo che da piccolo è sempre stato trattato male da tutti per via di suo padre e anche perché, per sua sorella, è stata la causa del suicidio della madre (anche se poi si scoprirà che le cose sono molto più complicate): quando, però, alle medie incontra Annalise inizia a credere che a qualcuno possa non importare chi è, se Bianco o Nero, ma solo di lui come Nathan, ma poi tornerà alla cruda realtà quando riceverà la visita dei fratelli della sua amica, visita molto spiacevole, che ancora una volta lo farà cadere nello sconforto del non essere accettato, insieme alle notifiche del consiglio che gli proibiranno di fare sempre più cose e alla consapevolezza che nessuno darà il consenso perché lui riceva il Dono a diciassette anni. Insomma, è un ragazzino forte e fragile allo stesso tempo perché, da una parte, è pronto a combattere e a non farsi mettere i piedi in testa da nessuno, ma, dall'altra, vedersi escludere dalla società non è per nulla confortante. Però presto dovrà darsi da fare per lottare per un suo diritto e per non morire, determinato a fare qualunque cosa che non preveda di fare del male alle persone, anche ucciderle, per non dare la soddisfazione agli altri di accomunarlo a suo padre nel caso in cui facesse del male a qualcuno.

Tra i personaggi secondari, abbiamo la famiglia di Nathan: la madre, come già detto, morì un po' di anni prima della vicenda e sembra che si suicidò; il padre biologico non ha mai cercato un contatto con il figlio, sebbene lui pensi che lo osservi e che stia aspettando il momento giusto per venire da lui, ed è un famoso assassino che ha ucciso tantissime persone per ottenere il loro Dono; la nonna è colei che diventò il suo tutore legale alla morte della madre e che si è sempre battuta perché lui venisse cresciuto come se fosse un normale Bianco, con i loro stessi diritti, però più volte ha taciuto su alcune questioni molto importanti riguardanti Nathan e i genitori; Jessica è la sua sorellastra che ha iniziato a odiarlo dopo la morte della madre ritenendone la causa (inoltre, è parecchio arrogante e si crede chissà chi solo perché è Bianca); Deborah è un'altra sorella che si è sempre dimostrata molto gentile con lui, così come il fratello Arran, di due anni più vecchio, che lo ha sempre difeso davanti a tutti e che si batterebbe per lui.
Poi ci sarebbero anche altri personaggi, però compaiono dopo la metà del libro e, poiché non compaiono per tantissimo tempo, non riuscirei a dire più di tanto, ma quello che posso dirvi è che Nathan incontrerà parecchie persone che lo aiuteranno nella sua impresa, alcune saranno molto gentili, altre vorranno sfruttarlo, altre ancora vorranno fargli uccidere il padre, ma incontrerà anche dei ragazzi che diverranno un po' i suoi amici (Gabriel, Rose).

Diamo un breve sguardo a questa società: innanzi tutto ci troviamo in una Londra di un tempo indefinito, in cui coesistono i profani, ovvero i mondani di turno, e i maghi, riconoscibili perché hanno degli strani luccichii negli occhi; questi ultimi, poi, si dividono in Incanti Bianchi, apparentemente i buoni di turno che però si riveleranno non proprio gentili, Incanti Neri, maghi che uccidono molto spesso e che sono molto mal visti dai sopracitati che vorrebbero ucciderli per mettere fine agli assassinii, e i cosiddetti Mezzo Sangue, nati da un profano e un mago. Ogni mago, al raggiungimento dei diciassette anni, riceve tre doni da un famigliare per diventare così un Incanto (fino a quel momento sono delle semplici crisalidi) e il loro Dono può essere più o meno potente, più o meno raro in base alle varie persone; dopo di ciò, ognuno sceglie la sua strada, la sua carriera e i posti più ambiti sono quelli dei Cacciatori, ovvero coloro che si occupano di andare dietro agli Incanti Neri.

In questo libro è molto presente il tema del diverso perché Nathan è il frutto di un unione proibita tra una Bianca e un Nero e perché lui stesso è qualcosa di unico, qualcosa che spaventa proprio per la sua diversità dalla stragrande maggioranza delle persone e anche per via del suo essere figlio di Marcus, il famigerato e temutissimo assassino che nessuno mai è riuscito a catturare e a uccidere. Ancora una volta, questo tema mi fa pensare quanto noi possiamo essere crudeli quando vediamo qualcuno diverso da noi, neanche tanto per una qualche malattia, ma anche solo quando qualcuno non si veste come la massa e allora viene deriso, preso in giro, perché noi esseri umani, evidentemente, se non siamo come un gregge di pecore che seguono sempre e solo una via non siamo contenti. Insomma, la diversità dovrebbe essere una cosa bella, un pregio, qualcosa di cui gioire perché se fossimo tutti uguali non ci sarebbe alcun divertimento, sarebbe tutto noioso, come se fossimo tutti i cloni di tutti e non ci fosse più identità: perché dobbiamo tutti vestirci in un certo modo? Mica tutti possiamo cambiare scarpe ogni mese o comprarci maglie dell'Abercrombie come se fossero il pane che compriamo tutti i giorni!
Ma, soprattutto, perché non iniziamo ad accettarci gli uni gli altri per quello che siamo? Una volta, una ragazza mi ha detto che si comportava in un certo modo, facendo la stupida, perché altrimenti non avrebbe avuto amici, ma non sarebbe meglio mostrarsi per come si è davvero al posto che fare di tutto per essere accettati dagli altri?
E poi, ultima cosa, perché non siamo capaci di trattare come nostri pari delle persone che hanno dei problemi, che siano fisici o mentali? Se uno è diverso non vuol dire che dobbiamo sentirci in obbligo di cercare di omologare gli altri oppure di escluderli a priori. Ed è questo che fa la gente con Nathan, lo vede come il demonio fatto persona solo per via del padre e del suo essere Nero, ma ciò non vuol assolutamente dire che lo sia!

Concludendo, perché potrei aver parlato troppo e perché potrei dilungarmi sul tema del diverso, questo libro me lo sarei aspettato diverso, certo, l'azione non manca, però mi sarebbe piaciuto vedere di più l'uso della magia in qualsiasi forma, invece si è visto poco, ma spero che si vedrà di più nel seguito. L'autrice ha saputo creare una storia molto intrigante, sebbene non sia riuscita a conquistarmi fino in fondo, a farmi trattenere il fiato nei punti di maggior tensione, a farmi rimanere con la bocca aperta o a farmi provare quelle emozioni che in genere provo con libri di questo genere. E devo ammettere che anche i personaggi non mi hanno fatto propriamente impazzire, però il fatto che l'unico di essi che abbiamo conosciuto decentemente sia stato il protagonista penso che non sia stato sufficiente a farmi capire gli altri e a vedere se con qualcuno entravo in sintonia, ma ciò non toglie che Nathan, tutto sommato, mi sia piaciuto, sebbene talvolta mi sia sembrato un bambinone.
Insomma una storia senza troppa magia, per il momento, ma con un bel po' di azione e pochi colpi di scena (praticamente non ce n'è quasi nessuno di così eclatante se non uno), qualcosa di carino e leggero, da leggere senza troppe pretese, quando si vuole qualcosa che ti attiri nel mondo creato e che ti distragga da pensieri vari. Un libro che consiglierei a chi piace leggere di magia e a chi piace l'avventura.
Voto:

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